“Ciao,
Avrei voluto parlarti dal vivo ma non saprei cosa dirti.
Perdona lo stile e il disordine. I pensieri sono disordinati.
Ricordo una delle prime cose che mi dissi:
“Nella vita non cercare mai di farti
quella che nei film horror morirebbe per prima.
Non potrà fare altro che seguire il suo destino
e ti porterà nell’altro mondo con sé”.
Fortuna che non ero così.
Però di dolore ce ne siamo dato parecchio e,
almeno per come è finita,
in effetti ti ho portato con me.
Nella mia confusione.
Lo so, odi quando una donna dice che è confusa. Ma lo sono.
Cioé lo ero. Potrei continuare quella famosa discussione,
ma credo che la mia stanza sul nulla sia chiusa,
per usare dei termini che apprezzeresti.
Tornassi indietro lo rifarei, su questo non ho dubbi né rimpianti.
Dovevo separarmi da te in qualche modo e l’ho fatto. Non me ne pento.
Ma mi spiace. Avrei voluto evitarti il dolore.
Mi sposo. Vorrei avere la tua benedizione, in allegato trovi l’invito.
Non mi aspetto una risposta e forse non me la merito
Ma ti vorrei rivedere, almeno un’ultima volta
vorrei parlarti ancora una volta
Ti aspetterò dopo la funzione nella mia stanza
Non avrai bisogno di bussare.”
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