Il Lungo Viaggio



Un viaggio inizia con il primo passo, si suol dire.
Osservo la mia compagna di viaggio che ricambia con uno sguardo compassionevole.
“Hai sbagliato strada”
“Ma se siamo ancora in garage!”
“Si, ma dobbiamo uscire, non rientrare”
Occhi al muro del garage, dal motore esce un rivolo di fumo.
Quanto odio partire.
Il Fumo smette di uscire e non mi domando se sia un bene o un male.
Partiamo.
Neil Armstrong è niente in confronto a noi,
partiremo per sempre e non torneremo mai.
Il tempo rimbomba con la sua eco stanca nelle mie orecchie,

e un viaggio sulle autostrade italiane non lo rende più piacevole.

Nella noia accendo una sigaretta.
“Il Fumo fa male… Le zizzine sono come chiodi di Bara, ricordi?"
“Respirare fa male… Vivere, la spenta musica della vita, ricordi?”
“Come potrei dimenticarlo? Ricordo le notti in cui ti accompagnavo a cercare preservativi e,
dopo un lungo peregrinare,
trovato finalmente il distributore,
ti giravi verso di me e con candido sorriso, dicevi:
“Amore, la tessera, ehm, l’ho dimenticata” - con quel tuo fantozziano accento”
"Ma scusa, questo cosa c'entra con la spenta musica della vita?"
"Dopo aver trovato i condom ne avrei avuto esperienza."
"Le istituzioni dovrebbero fare qualcosa a proposito."
"Della tua sessualità?"
"NO! Per quello basta internet.
E’ terribile pensare che solo i maggiorenni possano evitare di contribuire all’umanità.
I tredicenni ingenuamente libidinosi che possono fare?"
“Prima di uscire svuotarsi e lunghi, caldi abbracci al tramonto, mano nella mano?”
“Dawson’s Creek è finito nel 2003. Come la mia innocenza"
"Vedessi come sono invecchiati male. Tutti tranne Dawson: lui era già vecchio"
“Alla luce di ciò, perché invecchiare?
Meglio fumarsi un pacchetto al giorno e anticipare la data di scadenza"
“Touché. Non voglio immaginarti come Dawson.”

“Nessuno lo vuole. Nemmeno Dawson”
E pensando ad un'adolescenza tarda e ai limoni duri
mancati mi disgraggo giungendo alla prima coda.
Chiudo gli occhi sbuffando.
Mi concentro.
Di colpo riapro gli occhi. "E' Tutto finito?"
“Non è mai iniziato.”
“Sei sicura? Pensavo che lo sforzo mi avesse fatto svenire”
“Ti sei immaginato tutto. Una simile impresa ucciderebbe anche le menti più forti”
“E io sono solo un patetico esserino, vero?”
“No. Sei ancora vivo, fortunatamente.”
“Grazie.”
“Di cosa?”
“Non mi hai insultato…”
“Non ti insulto mai. Ti porto solo alla realtà”
“Quindi non ho mai…”
“No. Non hai mai sviluppato la capacità di smaterializzare le auto in coda.
Hanno semplicemente aperto altri tre caselli.”
“Un’altra occasione di sognare persa, eh? Non ti smentisci mai”
“Un’altra occasione di NON passare per idiota persa, eh? Non ti smentisci mai”

Quello che i nostri eroi non sapevano è 37 auto in coda a Golconda, India,
erano misteriosamente scomparse nel nulla.
I giornali riportarono la notizia in un trafiletto in settima pagina, poi nessuno ne parlò mai più.


[...]

“Il Chiavistello Bloccato”
“Lo Sturalavandini”
“A Forbice Incrociata”
"La Legge di Turing"
"La Fine del Tunnel"
“A Verticale Testa in Giù”
“I Carabinieri Dubbiosi”
“Il Trombone Arrugginito”
“Il Polipo imbranato”
“La Pecorina Volante”
“Il Semiologo Sbronzo”
“Dirty Sanchez”
“Si… Le ho provate tutte”
“Ah… Ma non era una sfida a nominare quelle che NON avevamo provato?”
“Ehm... no…”
“Ah.”
“Per curiosità, visto che è mezz’ora che citiamo pratiche sessuali dalla dubbia eticità,
cosa HAI provato?”
“Mi sono concesso, nella mia regale compostezza, lei sopra e io sotto”
“Mai provato a fare il contrario?”
“Perché, si può?”
"Sei pessimo. Lo sei sempre stato, dall'inizio"
"La nostra prima uscita, la ricordi?"
"Oh si"
"Io ricordo bene solo il momento in cui volevo salutarti. E mi sono avvicinato.
Il primo approccio... Puntavo alla bocca."
"Puntavi molto più in basso"
"Sono un romantico, lo sai. Alla terza uscita avrei puntato più in basso.
Ma avessi saputo tutto quello che ne sarebbe seguito ci avrei pensato 2 volte.
O anche più"
"Comunque si, ricordo quando hai cercato il limone duro."
"Nel secondo precedente mi sono sentito un po'
come quando devi mollare in un ascensore pieno:
Lo vuoi fare. Lo devi fare. Non puoi aspettare.
La speranza è che non si senta l'odore.
Se no sai che imbarazzo?
Ecco, l'imbarazzo di una schivata è pari a quello del puzzo in ascensore pieno.
Ecco, la mia disperazione sta nell'impossibilità di sapere se il peto puzzerà."
"Se devi proprio farlo... fallo! Così scopri se puzza!"
"Ecco... ma se non volessi saperlo?
Se volessi tutte le opzioni dell'universo?"
"Chi troppo vuole nulla stringe"
"Mi par sia andata così, anche se volevo solo... te"
"Hai sempre amato le frasi ad effetto"
"Ciò non toglie che in quel primo incontro ci fosse una promessa del tutto,
il primo approccio ha le dimensioni dell'universo
e l'unica sintesi è nel dubbio… mi schiverà o mi accoglierà?”
“Ti ho stupito?”
“Hai fatto esattamente quello che mi aspettavo”
“O sei incredibilmente bravo o sei incredibilmente stupido”


“Entrambi, credo”

Cade il silenzio ed è la migliore delle conclusioni al tuffo nel passato.

Ad un certo punto accade. E' inaspettato ma devastante.

Lui guarda lei, con un sorriso sotto i baffi.
Lei guarda lui con il disgusto nel cuore.
“Oh mio Dio, ma cosa hai mangiato?”
“Non provare a buttarla su di me… COSA HAI MANGIATO TU!”
Cacca. Ovunque. Intangibile ma... presente.
“Siamo in due in macchina. Io non sono stata, quindi…”
“NEMMENO IO! SOLO PERCHE’ SONO UOMO DEVO ESSER STATO IO?”
“Va bene, non sei stato tu, ma per carità puoi tirare giù il finestrino?”
“Certo…”
E fu così che appena entrò l’aria, quell’aria che doveva essere ristoratrice, 
entrambi si guardarono. E compresero.
“PORCA TROIA CHIUDI!!!! TIRA SU IL FINESTRINO!!!”
“LO STO FACENDO!!!”
Cacca. Ovunque.
Impregnata nei capelli, nei vestiti…
“Non impareremo mai, vero?”
“Mai. In un modo o nell’altro deve essere sempre colpa dell’altro”
“Arrivato, puzzerò terribilmente”
“Tu sei calvo. Pensa alla sottoscritta”
“Sarai bellissima. Come sempre. E non puzzerai.”
“Perché piangi?”
“Piango sempre ai matrimoni.
Soprattutto al tuo”
"Perché hai pianto?"


Flashback


“Dove sei?”
“Sto tornando” Starnuto
“DOVE SEI?”
“Lontano” Starnuto
“Con chi sei?”
“Con Nessuno” Starnuto Starnuto
“Ulisse disse lo stesso”
“Tu stai con Ulisse?” Starnuto
“No, ma sei molto tesa”
“Cosa vuoi da me?” Starnuto
“Tu non vuoi conseguenze”
“Sono confusa” Starnuto
“Ero confuso”
“Sto arrivando” Starnuto
“E’ Troppo tardi”
“Non mi sento in Colpa” Starnuto
“Ero terrorizzato!”
“Sono stata bene” Starnuto
“Troia!”
“Vaffanculo!” Starnuto
“Sei meschina”
“E tu menefreghista” Starnuto
“Hai un problema con chi ti vuole bene”
“Ogni tanto perdo il controllo… e lo voglio” Starnuto
“Ti ho sempre difeso da quello che sono”
“Non ti sei mostrato per quello che sei”
“Era troppo presto…”
“...O troppo tardi”

Ma aspetta ed ascolta,
perché è qui la chiave di Volta.

“Sei stupenda, sei magnifica
E credimi, non è solo per la fica.”

“Vil marrano, volgare duce,
Qui non vi è soltanto luce
ma anche tenebra,
ambigua ed oscena
che dal profondo vibra
di disperazione piena.
Non importa se non la vuoi vedere
che tanto essa si rivela.”

“Ti credo, per questo sarò il pioniere
oltre Maya, l’illusoria tela”

“Non mi credere, non essere arrogante
perché non di luce è tutto abbagliante
E quel caos non si controlla né scompare
Non si molla e spesso appare”

“Io mi fido e qui affermo il mio Credo
Ma sono il sole allo Zenit
Così, ben conscio, io non cedo
Tutto evolve senza frenit”

“E la T da dov’esce?”

“Da un bisogno arcano,
che anche la ragione inibisce
Ma che non rende tutto invano.
Siamo al culmine, alla svolta
Ecco il momento della rivolta
Nessun crimine è innocente
anche se si è nel giusto
anche se per te è niente.
Nessun giudice ci assolve
le pareti restan spoglie
quali pareti, tu mi chiedi?
Quelle della stanza dove siedi
Una stanza vuota che da sul nulla
Terribile per l’idiota
Per il sognatore culla
Gravida di aspettative
Satura di speranze,
Sfida per chi vola
oltre i cieli del tangibile
Ma fermate le rotative
Interrompete le danze
Ovunque il piscio cola
e gli occhi son saturi di bile
Di fuoco la stanza è piena
per le ustioni la pelle fuma
e dalla gola una cantilena:

La stanza sul nulla non è splendente
riflette solo una voglia ignorante.
Tutto è niente senza fede
Niente è tutto per chi crede
Ma non c’è fede, non c’è credo
non c’è inganno che non vedo.
Tutto è putrido e niente muore
Non mi fido più del tuo amore.

La stanza è tua adesso, questo è il mio lascito
Non più ti vesso, né i coglioni ti trito.
Rimettila a nuovo per il prossimo amante
Rendila accogliente nella luna calante
Io sono Sole e m’illumino d’immenso
Avrei voluto restare, ma con te no, non penso.
Perdona il livore
ma poco credo nel tuo dolore
non perché non lo veda o non lo senta
ma perché hai avuto una seconda occasione
e te ne sei fottuta
schivando ogni mia reazione.
Sei stata arguta
Ma hai soppresso la mia compassione.
Se vedi che barcolla,
Chiudi tu la stanza sul nulla
Ricorda però, non è lei che oscilla

ma la tua mente che crolla.”

I Ricordi non sono lineari.
Me n'ero dimenticato.
Pensavo di essere all'inferno, invece sto appena arrivando.
L’autostrada è l’Acheronte ci porta verso la NOSTRA destinazione finale,
una chiesa, che non posso non vedere come l'inferno.
Arrivati lì, torneremo ad essere per sempre due.

“Ti amo” come uno squalo ama il sangue
“Anch’io ti amo” finché saprai nutrirmi
“E allora come ci siamo ridotti così?” il tradimento è solo noia.
“Come tutti” per mancanza d’impegno
“Pensavamo di essere diversi” seppur schiacciati 
entrambi dalla paura della solitudine
“Come tutti” quelli che passiamo il tempo a insultare
“Per questo piango” e la cosa è tremendamente umiliante
“Non sei mai stato un vero uomo” : 
nessuno ha mai avuto accesso a certe zone di me
“Posso esserlo ora” ma la menzogna durerebbe poco

“Non voglio vivere nella menzogna” non la tua, quantomeno

“Sai, mi sono spesso domandato perché
tu mi abbia invitato al tuo matrimonio” considerando che non sono io lo sposo
“Io invece mi domando perché tu abbia accettato” l’ultimo gioco di potere
“Voglio vederti ancora una volta” per concludere questa cancrena d’amore
“E’ malato” persistere. O forse desistere.
“Siamo malati” con una dipendenza dall’altro
“No, finiscila di giocare con me” , non esisto
“Rimani” te ne prego
“No, oramai sei arrivato” non ti servo più
E’ dura viaggiare da soli.
Meglio essere accompagnati da una fantasia, figlia dalla tua ombra
e della mia psicosi.
Ora arriva il dolore.
Quello vero.
I matrimoni lasciano tracce profonde nella storia personale degli individui.

Sono pieno di tracce, e tutte mi portano a lei.
Quei solchi scavati nella carne richiedono una cura.
Dovrei dispiacermi per non esser io lo sposo,
ma godo degli aspetti positivi.
Amo andare allo Zoo.
LA MADRE DELLA SPOSA (L’Ingorda)
Gloriosamente ricoperta di rosa shocking,
Con il volto di porcellana come le bambole di una volta,
la voce delle arpie pronte ad avventarsi sulla preda
cerca di attirare su di sé tutte le attenzioni per la figlia,
ma, al massimo, potrà farsi un giro sul fratello dello sposo.
Fu lei a spiegarmi cosa fosse lo sbiancamento anale.

IL PADRE DELLA SPOSA (L’Amorale)
Un Golem avrebbe più reazioni di lui.
Non nato da unione tra uomo e donna,
incapace di provare qualsiasi sentimento
possiede l’unica cosa che qualsiasi uomo invidia:
l'eleganza con bretelle e calze bianche.
Lo ricordo mentre ci spiava fare l’amore.
I GENITORI DELLO SPOSO (La Quiete)
Loro sono la ragione per la quale sui pacchetti di sigarette c’è scritto
“Nuoce Gravemente alla Salute” e non “Può Provocare Nocumento”.
Occhi puliti, sorrisi gentili e mani scavate dal lavoro.
La loro massima prospettiva è l’anello intorno al dito dei figli
Sembra che non vedano nulla, per quanto ci provino.
E’ dura mettere a fuoco con gli occhi chiusi.
IL FRATELLO DELLO SPOSO (Il Disgusto)
Sui suoi addominali a scacchiera Kasparov ha sconfitto Deep Blue
Sull’assenza di peli dal suo corpo Michelangelo ha scolpito il David
Sulla brillantezza dei suoi denti il Detersivo AVA ha sbiancato Calimero
Sulla plastica additiva ai polpacci, l’amante di sua madre si è fatto i soldi.
Sulle dimensioni del suo pene in molti hanno speculato.
La sua tagline: “Sei grasso. Guarda che te la rubo”. Lo fece il fratello.
LO SPOSO (L’Inutile)
E’ meglio di me. Almeno esteticamente.
La prima volta che l’ho visto ho capito perché piace.
Da esattamente quello che vogliono. Sempre.
Nessun conflitto, nessuno stress, niente di reale.
La maschera vuota dalle fattezze inumane.
La perfezione. Assoluta.
LA SPOSA (La Nemesi)
“Alla fine ho deciso di accettare il tuo invito, per quanto bizzarro”
“Ne sono contenta. Ci vedremo dopo la cerimonia?” Starnuto
“Dipende da te. Io sono venuto per scroccare il pranzo”
“Sei sempre il solito.” Starnuto
“E tu sei sempre bellissima.”
Starnuto.
Piango sempre ai matrimoni, anche se non ci sono mai stato.
Qui No. Qui rido.

Trovo comica la ritualità che da millenni si ripete
completamente svuotata dal senso originario.
“Vuoi accoglierla come tua sposa nel Signore,
promettendo di esserle fedele sempre, nella gioia e nel dolore,
nella salute e nella malattia, e di amarla e onorarla tutti i giorni della tua vita?”
- La formula è elegante ma da ampliare.
“Vuoi essere tenuto all’oscuro dei suoi segreti?”
- Su questo chiunque metterebbe la firma.
“Vuoi farti carico anche della sua famiglia?”
- No. Però confido nell’eredità della famiglia.
“Visti e considerati i precedenti della suddetta,
vuoi baciare dove sono passati così tanti uomini e donne, prima?”
- Un giorno quella bocca bacerà anche i suoi figli. Per cui non ci penso.
“Vuoi farti carico della sua infelicità?”
- Mah, veramente io volevo una botta sicura,
tutte ste stronzate psicologiche non mi interessano.
“Vuoi trovarle una marea di soprannomi
che avresti più volentieri dedicato ad una serie di animali domestici?"
- Esiste realmente una differenza tra partner e animali da compagnia?
"Alla luce di tutto ciò, sei serio?"
- No, lo fossi mica lo farei. Ma va bene anche così.
“Vuoi accoglierlo come tuo sposo nel Signore,
promettendo di esserle fedele sempre, nella gioia e nel dolore, 
nella salute e nella malattia, e di amarla e onorarla tutti i giorni della tua vita?”
SI
L'ha detto.
Non tornerà indietro.
Ma non riesco a fare a meno di toccare la lettera che mi ha inviato
Perché?


“Ciao,
Avrei voluto parlarti dal vivo ma non saprei cosa dirti. 
Perdona lo stile e il disordine. I pensieri sono disordinati.
Ricordo una delle prime cose che mi dissi: 
Nella vita non cercare mai di farti
quella che nei film horror morirebbe per prima.
Non potrà fare altro che seguire il suo destino
e ti porterà nell’altro mondo con sé”.
Fortuna che non ero così.
Però di dolore ce ne siamo dato parecchio e,
almeno per come è finita,
in effetti ti ho portato con me.
Nella mia confusione.
Lo so, odi quando una donna dice che è confusa. Ma lo sono.
Cioé lo ero. Potrei continuare quella famosa discussione,
ma credo che la mia stanza sul nulla sia chiusa,
per usare dei termini che apprezzeresti.
Tornassi indietro lo rifarei, su questo non ho dubbi né rimpianti.
Dovevo separarmi da te in qualche modo e l’ho fatto. Non me ne pento.
Ma mi spiace. Avrei voluto evitarti il dolore.
Mi sposo. Vorrei avere la tua benedizione, in allegato trovi l’invito.
Non mi aspetto una risposta e forse non me la merito
Ma ti vorrei rivedere, almeno un’ultima volta
vorrei parlarti ancora una volta
Ti aspetterò dopo la funzione nella mia stanza
Non avrai bisogno di bussare.”
E non ho bussato.
Lei si gira spaventata. Con quel suo cipiglio da donna tutta d'un pezzo.
“Bella stanza. E’ qui che consumerete la prima notte di nozze?”
“Forse. Ti piacerebbe saperlo?”
“Si, molto.”
“E’ qui che abbiamo consumato la prima volta”
“Quando stavamo ancora assieme?”
Starnuto “Come posso farmi perdonare?”
“Non Puoi”
e mi bacia.
“Sei sposata. Ti sei appena sposata!”
continua a baciarmi
“Hai ancora il vestito addosso”
scende.
“Noto con piacere che non hai dimenticato i miei gusti”
il giochetto. io lo chiamavo così.
“Oh Dio, perfavore non giudicarmi perché sono un debole.”
ha imparato nuovi trucchetti.
“No, non mettere nulla lì!”
ok, questo non me lo aspettavo.
“Quattro peccati capitali in un’unica azione…
Se lo racconto non mi crede nessuno.”
...
Non mi aspettavo che entrasse lo sposo.
Di sicuro non mentre la sposa trattiene i miei gioielli di famiglia in bocca,
ha un dito dove non batte MAI il sole
e
un vestito da sposa non più così candido.
...
“Ops?”

Passano gli anni ed ho scelto.
Ho scelto di essere quello che lei vuole che io sia.
Mi ha presentato la mia futura moglie
E quando le servivo mi usava.
Ho cenato con lei, suo marito e mia moglie
E quando le serviva mi abbandonava.
Non abbiamo mai parlato del suo matrimonio.
Suo marito non mi ha mai sopportato
E quando hanno avuto una figlia io ero felice per loro.
Fortunatamente mia moglie non è rimasta incinta.
Non l'avrei sopportato.

“Hai letto tutto quello che ho fatto, la mia caduta.
Ora sei abbastanza cresciuta da potertelo dire:
non esiste il lieto fine, perché non esiste fine.
Nemmeno la morte è definitiva, in quanto qualcosa rimane
che sia un ricordo, un’immagine, una fantasia,
qualcosa rimane, se hai un figlio
quello che non voglio rimanga di me è la codardia
quello che spero di non averti donato è l’ossessione
Non legarti mai a qualcosa che ti trascina verso il basso
ma ridi.
Di quello che ti ho raccontato che ti rimanga un sorriso sospeso
e non il disprezzo, il disgusto,
la noia.
Figlia mia, l’uomo che ti ha cresciuto non era tuo padre.
Ero io, legato a tua madre,
ora trascinato verso il basso,
ora,
prostrato a terra e penitente nei tuoi confronti.
E' la mia generazione, quella dei
proletari della redenzione,
incapaci di vivere al meglio le proprie vite
delegano la loro disperazione alla progenie.
Figlia mia sono un debole
perdonami.
Vorrei dedicarti qualcosa in più della verità
vorrei dedicarti bellezza
ma sarebbe una menzogna
e non ti meriti altre bugie.
Figlia mia, non perdonarmi.
Non lo merito.
Ma non seguirmi,
non ti ho coccolato in fasce
non mi conosci
Ma non seguirmi.
Mai"


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