Alambiccandosi il gulliver in una soleggiata, se non scontata, giornata in quel di Torino due Gentiluomini, come nella più regale tradizione sabauda, cercando di discernere la speranza dalla noia, con le terga di loraltri apparecchiate su una comoda panchina, crearono I Perbenisti.com.
Questo progetto rappresenta per i suddetti una speranza, un'evasione, un concreto tentativo di trascendere le proprie idee in qualcosa di bello.
Qualcuno diceva: "La bellezza salverà il mondo", probabilmente è falso, probabilmente è vero, probabilmente non lo sapremo mai, ma l'ardore nel tentativo di produrre qualcosa di significativo, spronò questi due baldi giovani a credere in qualcosa.
Grande vittoria in un tempo in cui il mantra "e io che me ne fotte a me"spopola sulle bocche dei giovincelli.
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Pierpaolo Perbenista Bon Prima di raggiungere il Polo Sud |
"Sono Fortunato, mi è stata data la possibilità di essere da esempio per il mio cane. Ho iniziato mangiando da una ciotola, poi ho imparato a fare i miei bisogni di fianco agli alberi. Infine, dopo la cacchina, ho imparato a pulirmi trascinando il mio sedere per terra. E' stato magnifico." Pierpaolo Perbenista Bon
Nato da una famiglia medio borghese con la condanna paterna ad essere, cito testualmente "se ti va di culo rimani medio borghese, se no ritornerai proletario come i tuoi nonni", il Bon è un esempio fulgido della follia realizzativa che permea l'esistenza di tutti e che viene spazzata via dalla disperazione quotidiana. All'urlo di "Ma è immenso!" continua a guardarsi tra le gambe, sapendo che non si parla del suo pene.
"Ho un bisogno di maternità" Federico Perbenista Bott
Nasce in una famiglia come tante altre, in una città come tante altre, in un periodo culturale decadente, fine degli anni '80, nel quale l'idea di tingersi i peli pubici era considerato "in sintonia con la natura".
La persona che diventerà il punto saldo della propria vita, baricentro emotivo di una vita intensa, è il padre, il quale lo educa e lo instrada all'amore per lo studio pronunciando la proverbiale frase "io a scuola ci ho andato, e sono diventato una persona meglio."
Talento acerbo, discontinuo e con una strana perversione per i tappi di sughero, abbraccia con gaudio la disciplina perbenista.
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Federico Perbenista Bott Dopo la campagna di Prussia |
"Ho un bisogno di maternità" Federico Perbenista Bott
Nasce in una famiglia come tante altre, in una città come tante altre, in un periodo culturale decadente, fine degli anni '80, nel quale l'idea di tingersi i peli pubici era considerato "in sintonia con la natura".
La persona che diventerà il punto saldo della propria vita, baricentro emotivo di una vita intensa, è il padre, il quale lo educa e lo instrada all'amore per lo studio pronunciando la proverbiale frase "io a scuola ci ho andato, e sono diventato una persona meglio."
Talento acerbo, discontinuo e con una strana perversione per i tappi di sughero, abbraccia con gaudio la disciplina perbenista.
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